Fenomeno mediatico conosciuta da tutti come la vedova nera. Patrizia Reggiani a distanza di anni fa ancora parlare di sé. Nel 2021 è uscito il film che ha raccontato parte della storia “House of Gucci”. Ha vestito i panni di una giovane Patrizia, una versatile Lady Gaga.
Nasce con il nome di Patrizia Martinelli a Vignola in provincia di Modena, il 2 dicembre del 1948. Vive l’infanzia e l’adolescenza con la madre Silvana Barbieri nella periferia di Milano. La vita cambia, quando la madre sposa l’imprenditore Ferdinando Reggiani, che adotta poi Patrizia dandole il suo cognome. Grazie al matrimonio della madre, Patrizia riesce ad entrare negli ambienti più esclusivi di Milano, frequentando istituti prestigiosi e persone di alto rango. Soprannominata dalla stampa italiana La vedova nera, è salita alla ribalta per essere stata la mandante dell’omicidio dell’ex marito Maurizio Gucci presidente della casa di alta moda omonima.
Negli anni 70 Patrizia conosce Maurizio Gucci, futuro erede della celebre casa di moda, ad una festa a Milano. I due si sposano dopo circa die anni, per poi decidere di trasferirsi a New York con l’aiuto dello zio di Gucci Aldo. Dal loro matrimonio nascono due figlie: Alessandra (1976) e Allegra (1981). Rodolfo padre di Maurizio si è sempre ritenuto contrariato al loro matrimonio, in quanto riteneva Patrizia un’arrivista sociale perché sicuro che pensasse solo ai soldi. Infatti al matrimonio a cui erano presenti più di 500 invitati, ma nessun componente della famiglia Gucci Alla nascita di Alessandra, Rodolfo manifestò l’intenzione di riconciliarsi con figlio e la nuora, regalando loro un lussuoso attico all’ Olympic Tower a New York.
Ben presto Patrizia diventa attiva nei circoli sociali di New York, e diventando amica di Jacqueline Kennedy Onassis e degli allora coniugi Trump. Nel 1985 la coppia si separa. Dopo il divorzio, Patrizia continua ad usare il cognome Gucci anche se per legge non le è più concesso.
Patrizia nel 1998 viene riconosciuta come mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci con una condanna a 29 anni. Ceraulo e la Auriemma sono condannati rispettivamente all’ ergastolo, e a 25 anni per favoreggiamento. Dopo un’iniziale conferma della condanna, la corte d’appello di Milano le riduce la pena, chiedendo di svolgere lavori socialmente utili per ottenere la libertà vigilata ma la Reggiani si rifiuta rispondendo:” Non ho mai lavorato in vita mia, non vedo perché dovrei farlo adesso”. Nel maggio 2014 viene affidata ai servizi sociali. Viene rilasciata dopo due anni nel 2016 per buona condotta, dopo 18 anni di carcere.
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