La questione del pensionamento è sicuramente un argomento non facile da gestire. Vediamo, però, quali sono le ultime notizie dall’INPS.
Di questi tempi, lo sappiamo, la crisi economica profonda che stiamo affrontando sta mettendo in difficoltà la stragrande maggioranza della popolazione italiana.
Sono mesi, ormai, che, infatti, dobbiamo fare i conti con aumenti dei prezzi spropositati e un’inflazione che non ci lascia in pace. Insomma, la situazione non è delle più semplici, anzi, sta recando una certa preoccupazione per diversi soggetti.
Per non parlare, poi, di chi ha uno stipendio basso e che fa fatica ad arrivare a fine mese. Certo, il Governo, sia quello precedente che quello attuale, ha cercato e sta tentando di dare qualche aiuto pecuniario a chi è maggiormente bisognoso.
Fatto sta che, per la verità, non si tratta di una soluzione definitiva che può cambiare completamente le cose o ribaltare la situazione precaria.
Così, a questo proposito, ci sono tanti nuclei familiari che stanno cercando di economizzare il più possibile per tentare di sbarcare il lunario. Purtroppo, però, l’abbassamento del potere d’acquisto non aiuta assolutamente in questo frangente.
Comunque sia, non molti mesi fa, anzi, verso la fine del 2022, abbiamo assistito all’insediamento del nuovo esecutivo di centrodestra, capitanato da Giorgia Meloni. Come ci siamo resi conto, quindi, sono state effettuate delle modifiche per quanto riguarda diversi aspetti della politica.
Per esempio, per dirne uno, potremmo ricordare il tanto dibattuto Reddito di Cittadinanza che, peraltro, già durante la campagna elettorale, la premier aveva criticato sotto certi aspetti.
Per questo motivo, perciò, non c’è da stupirsi se, al momento, si sono verificati dei cambiamenti in tal senso. Insomma, gli elettori erano stati preventivamente avvisati.
E, per quanto riguarda la questione del pensionamento? Beh, diciamo che anche questo argomento non è stato per niente dimenticato.
Per cominciare, infatti, troviamo la cosiddetta Quota 103 che permette, per l’appunto, a coloro che hanno compiuto 62 anni il diritto alla pensione, posto che abbiamo almeno maturato quarantuno anni di anzianità contributiva.
Tuttavia, di recente, ci sono state altre comunicazioni che riguardano, in modo particolare, le persone che sono nate in uno specifico anno. Ecco, perché, nelle prossime righe, ci preme sottolineare questo aspetto importante.
Così, al di là della situazione di chi già prendeva la pensione prima del sopraggiungere del nuovo anno, ci sono anche altre novità di cui bisogna tenere presente.
In particolare, la differenza sta per i lavoratori che hanno cominciato a versare i contributi prima dell’anno 1996. In questo caso, a quanto pare, questi soggetti potranno andare in pensione allo spegnimento di 67 candeline, con, però, almeno vent’anni di contributi alle spalle.
Tuttavia, naturalmente, ci sono anche i casi di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995. In questo frangente, infatti, non bastano 67 anni e venti di contributi per andare in pensione.
Secondo alcune fonti, infatti, ci vorrebbero almeno 753 euro al mese di pensione per ottenere l’accesso. Se, però, ciò non fosse un requisito possibile, allora, il pensionamento si potrebbe ottenere soltanto a settantuno anni.
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