L’attuale situazione sul Superbonus edilizio è abbastanza complicata, soprattutto per via delle migliaia di imprese che da un momento all’altro possono fallire e per i numerosi posti di lavoro a rischio.
La Cna ha chiesto un incontro al sindaco Roberto Gualtieri ed alla prefettura per avere delle risposte concrete su ciò che riguarda i crediti delle imprese di costruzioni, che con l’attuale situazione del superbonus 110% sono a rischio fallimento.Scopriamo di più sub quello che sta succedendo.
L’incontro che la Cna ha chiesto con urgenza al sindaco di Roma e al prefetto parte dalle conseguenze scatenate dal decreto 11 del 16 febbraio 2023. Si tratta del decreto blocca cessioni, che ha praticamente messo in difficoltà enormi le imprese, che rischiano di fallire.
Maia Fermanelli, presidente della Cna di Roma, ha ribadito che se il problema dei crediti incagliati delle imprese non viene risolto, ci sarà la catastrofe. I crediti ammontano a ben 19 miliardi di euro e sono già maturati. Se questi crediti non vengono soddisfatti ci saranno 90mila cantieri di ristrutturazione case a rischio per gli italiani.
I crediti incagliati corrispondono alle rate di mutui e prestiti che i soggetti non possono pagare e che dopo novanta giorni possono essere affidati alle società di recupero, mettendo in serie difficoltà il cliente.
L’attenzione richiamata dalla Cna sulla situazione attuale dei crediti incagliati e sul superbonus si propone di salvare le imprese che sono in difficoltà e che rischiano la chiusura. Sono infatti numerosi gli imprenditori che hanno piccole, medie e grandi imprese, che hanno lavorato con il superbonus e che adesso, vista l’impossibilità di ottenere i crediti, non sanno cosa fare.
Infatti, come è noto, il super bonus prevedeva che la spesa complessiva veniva pagata dallo stato all’imprenditore, ma con la catena bloccata questo non è più possibile, perciò le imprese sono in forte sofferenza e non possono pagare le banche.
Le imprese non riescono nemmeno a pagare i loro dipendenti e la situazione che si è venuta a creare è anomala. Le imprese hanno bisogno di liquidità per lavorare e pagare gli operai, e così non si va da nessuna parte. La soluzione della compensazione dei crediti al momento della dichiarazione dei redditi è poca cosa vista la situazione attuale in cui versano le imprese e occorre liquidità.
La Cna ha proposto una soluzione per sbloccare i crediti pregressi. Si tratta di un acquisto dei crediti che dovrebbe avvenire da parte di un acquirente pubblico, coinvolgendo se è il caso anche le aziende grandi partecipate.
Bisogna invitare gli istituti di credito che hanno capienza a comprare i crediti delle aziende. Occorre anche permettere agli istituti di credito la possibilità di impiegare gli F24 per compensare i crediti maturati dalle varie imprese, a prescindere che si tratti di piccole, medie o grandi aziende.
Anche se non si tratterebbe di una soluzione definitiva, sarebbe comunque un passo importante che darebbe modo alle imprese di tirare un sospiro di sollievo. Sicuramente la parte più difficile è trovare quel qualcuno che possa prendersi il carico dei crediti, consapevole del rischio che corre, ovvero di non vedere più i soldi.
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