La Asl Roma 3 ha pubblicato un avviso per richiedere un contributo per l’acquisto di formule sostitutive al latte materno. Vediamo in cosa consiste e quanto si può richiedere.
E’ stato pubblicato un avviso dalla Asl Roma 3 per richiedere un contributo finalizzato all’acquisto di formule per lattanti in sostituzione del latte della madre. Il contributo da richiedere può arrivare ad un massimo di 400 euro per neonato. Vediamo di seguito quali sono i requisiti da possedere per richiedere il contributo.
Isee non oltre i 30mila euro
L’avviso specifica che è possibile richiedere un contributo massimo fino a 400 euro per acquistare formule per lattanti al posto del latte materno se si ha un ISEE non superiore a 30mila euro. Inoltre, è possibile fare richiesta del contributo anche nel caso in cui siano presenti condizioni patologiche che non favoriscono l’allattamento del neonato.
In pratica, quindi, le donne che hanno patologie tali da impedire di esercitare l’allattamento, ma che allo stesso tempo hanno un ISEE massimo fino a 30mila euro, possono fare domanda per ottenere il contributo che permetta di acquistare formule da somministrare al piccolo al posto del latte materno.
Come stabilito dal Ministero della Salute con decreto del 31 agosto 2021(art. 1, cc 456 e 457, della legge 27 dicembre 2019, n. 160), dunque, chi è in possesso dei requisiti prima indicati, dunque, può fare richiesta del contributo e acquistare le formule per lattanti.
Massimo fino a 400 euro a neonato
Il lattante è colui che ha diritto al contributo perché la madre soffre di patologie tali da non consentire di allattarlo. Il massimo importo previsto dal contributo è di 400 euro per ogni neonato e se i requisiti lo consentono può essere erogato fino ai sei mesi di vita del piccolo.
Per garantire la durata del contributo devono esserci entrambi i requisiti, sia quelli riguardanti la patologia della madre che non permette di allattare il piccolo, sia il requisito del reddito. La domanda per ottenere il contributo può essere presentata da tutte le donne che hanno la residenza nella Regione Lazio, comprese le straniere e le apolidi, ma anche quelle che hanno il domicilio oppure risiedono stabilmente nel territorio regionale.
La residenza delle donne che fanno richiesta del contributo deve essere valida e rientrare nei limiti e nelle condizioni previste dalla legge vigente o da accordi internazionali.
In quali casi l’allattamento è controindicato
Quali sono le controindicazioni materne in cui l’allattamento è consigliato nella maniera più assoluta? Secondo quanto indicato nel Decreto ministeriale, si tratta dei seguenti casi:
- alattogenesi ereditaria
- infezione da HTLV1 e 2
- sindrome di Sheehan
- mastectomia bilaterale
- ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria (seno tubulare)
- morte materna
Le patologie appena citate sono quelle a carattere permanente, ma ve ne sono altre che possono perdurare per via temporanea, che vanno verificate mensilmente. Ecco quali sono queste patologie:
- mastite tubercolare
- infezione da HCV con lesione sanguinante del capezzolo
- infezione ricorrente da streptococco di gruppo B
- tubercolosi bacillifera non trattata
- lesione luetica sul seno
- infezione da HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo
- infezione da virus varicella zoster
- esecuzione di scintigrafia
- alcolismo
- assunzione di droghe (tranne il metadone)
- assunzione di farmaci controindicati durante l’allattamento
Dove presentare la domanda
Le donne che intendono presentare domanda possono farlo presso i PUA, Punto Unico di Accesso istituito per promuovere l’integrazione sociosanitaria dei servizi volta ad esaudire i bisogni di salute della persona nella sua globalità.