Il cantiere sequestrato non aveva alcuna autorizzazione e non era in possesso delle disposizioni previste per smaltire correttamente fumi e liquidi. La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha disposto il sequestro.
Un cantiere che operava in modo illegale è stato posto sotto sequestro dalla Guardia Costiera al porto canale di Fiumicino. Il sequestro è avvenuto nella giornata del 27 marzo. Il cantiere sequestrato era specializzato nella lavorazione su scafi in legno e dai controlli è emerso che non disponeva della autorizzazioni necessarie per svolgere le attività, così come di quelle per smaltire liquidi e fumi, come invece prevede la legge. A disporre il provvedimento di sequestro è stata la Procura della Repubblica di Civitavecchia. Ecco ne dettaglio cosa è successo.
Sequestrato cantiere navale al porto canale
Un’operazione di controllo svolta sulle attività che vengono eseguite nel porto canale di Fiumicino ha permesso di scoprire un cantiere navale specializzato in lavorazioni su scafi in legno che operava senza le autorizzazioni obbligatorie.
Non è la prima volta che vengono svolte attività illegali alla foce del Tevere, per questo i controlli vengono eseguiti spesso. Il cantiere è stato posto sotto sequestro dagli uomini della Capitaneria di Porto di Roma, dietro provvedimento emanato dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia.
Attività di verifica svolta dalla Polizia e dall’Arpa
Il sequestro è stato eseguito dopo che la Polizia giudiziaria aveva svolto un’attività di verifica in collaborazione con la Polizia provinciale e con il personale tecnico dell’Arpa. I controlli preliminari sulle condizioni dei luoghi sottoposti a verifica e sui documenti del cantiere hanno portato al sequestro di quest’ultimo.
Nello specifico, i controlli hanno permesso di accertare che il cantiere stava eseguendo la sua attività di lavorazione su scafi in legno senza aver ottenuto le richieste di autorizzazione per gestire i reflui e neanche quelle per immettere i fumi prodotti dalle attività in atmosfera.
Il cantiere non era neanche provvisto delle misure previste dalla legge per convogliare i liquidi inquinanti che le lavorazioni producono. Tutte le attività svolte dal cantiere erano dunque illegali, perciò il sequestro è stato inevitabile.