Torna il rischio commissariamento sulla sanità della regione Lazio. Secondo quanto detto da Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità, non sono presenti le condizioni che possono esporre a questo rischio.
Da qualche tempo si parla di rischio commissariamento per la sanità della regione Lazio, un’ipotesi che è stata avanzata vista la situazione in cui versava il settore nel 2022, in particolare nel quarto bimestre dello scorso anno.
Allora vi era un disavanzo di 216 milioni di euro, che aveva fatto scattare l’allerta per un nuovo commissariamento, ma stando a quanto affermato dal presidente Rocca è in corso un piano di rientro e anche se sopraggiunge un commissariamento da parte del governo non cambierà nulla. Vediamo come stanno le cose e cosa ne pensa Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità e consigliere regionale di Insieme per il Lazio.
Il disavanzo nel 2022 pari a 216 milioni di euro
La giunta Zingaretti nel luglio 2020 aveva esultato per aver portato in pareggio la sanità della regione Lazio, un risultato che faceva ben sperare, dopo che il governo nazionale l’aveva tenuta sotto controllo per dodici anni.
Eppure, le cose pare non siano proprio positive per il settore sanitario laziale e il disavanzo di 216 milioni di euro registrato nel bilancio riferito al quarto bimestre 2022 ha scatenato nuove prospettive, non proprio piacevoli.
Qualche giorno fa, il presidente della Regione Francesco Rocca, nel corso di un suo intervento mentre era in svolgimento l’assemblea della Pisana, ha detto che la sanità sta seguendo un programma di rientro e che non apporterà alcun cambiamento un eventuale commissariamento da parte del governo.
Rocca ha affermato che bisogna affrontare la questione della sostenibilità senza farsi sotterrare. Ma dagli uffici di via Cristoforo Colombo arrivano invece voci molto preoccupanti ed è stato detto che la situazione ereditata è davvero molto pesante.
D’Amato, non sussistono le condizioni per il commissariamento
L’ex assessore alla Sanità in Regione e consigliere regionale di Insieme per il Lazio, Alessio D’Amato, ha sottolineato che ad oggi non ci sono le condizioni per commissariare la sanità della regione. Il consigliere regionale ha affermato che per poter arrivare ad un commissariamento devono esserci due parametri.
I due parametri sono: un disavanzo annuale oltre il 5 per cento del fondo sanitario regionale e il non aver adempiuto ai livelli di assistenza essenziali. Allo stato attuale non sono presenti questi due parametri e quindi, secondo D’Amato, non ci sono i presupposti per un eventuale commissariamento.
Inoltre, sempre stando a quanto detto dal consigliere regionale, anche le previsioni per il 2023 sono da non considerare, in quanto si tratta di proiezioni riguardanti il primo trimestre e sono assolutamente oltre la stima reale.
Nessun rischio per la sanità del Lazio
D’Amato ha anche aggiunto che riguardo il disavanzo sanitario del quarto bimestre del 2022, di cui si parlerà nel prossimo tavolo, non tiene in considerazione il pay back globale, che può invertire i dati in modo notevole.
Ad ogni modo, il livello del disavanzo è di poco superiore all’1 per cento, percentuale assolutamente non preoccupante.
Secondo D’Amato, se con questi parametri si parla di commissariamento per la sanità del Lazio, allora tutte le regioni italiane che al governo hanno chiesto risorse non erogate per 5 miliardi per il covid dovrebbe subire la stessa sorte.