Il professor Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia della Città del Vaticano, ha ribadito che sia il papa che il cardinale Pietro Parolin sono alla ricerca della verità sul caso Orlandi. Effettuate tantissime verifiche in pochi mesi.
Dopo la riapertura delle indagini sul caso Orlandi, riaperte dal Vaticano dopo 40 anni, dietro richieste decisive da parte della famiglia, il professor Alessandro Diddi, promotore di Giustizia della Città del Vaticano, ha ribadito che sia Papa Francesco che il cardinale Pietro Parolin vogliono la verità.
Diddi, un penalista affermato e anche docente di procedura penale, ha parlato di nuove indagini e verifiche effettuate sulla scomparsa della ragazza avvenuta in circostante misteriose nel 1983.
Pare che queste verifiche non siano mai state eseguite in tutti questi anni, e che stanno facendo emergere nuovi dettagli sulla vicenda. Vediamo come stanno le cose e quali novità ci sono.
Alessandro Diddi ha ricevuto l’incarico dal Papa
Dopo la riapertura delle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlando, Papa Francesco ha dato ad Alessandro Diddi l’incarico di occuparsi di questo caso che va avanti da 40 anni e di cui ancora non è stata trovata la soluzione.
Il penalista ha sottolineato che sia il Papa che il Segretario di Stato hanno detto categoricamente di fare chiarezza senza alcuna riserva e di scoprire la verità. Nominato Promotore di Giustizia della Città del Vaticano, Diddi ha dichiarato che nelle indagini e nelle verifiche lo stanno aiutando due magistrati ordinari e due applicati.
Mentre stavano sistemando i fascicoli del suo predecessore, il professor Gian Piero Milano, ne hanno trovato uno in cui c’erano diverse denunce fatte dalla famiglia Orlandi per la scomparsa di Emanuela.
Istituita in Italia una Commissione parlamentare di inchiesta
L’incarico di fare luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi è stato conferito dal Papa nel mese di gennaio. Per avere il quadro della situazione più chiaro, Diddi ha messo tutte le informazioni trovate sul caso in un unico fascicolo.
Il professore aveva già intuito quanto fossero importanti le informazioni trovate. Nello stesso periodo è stata istituita in Italia una Commissione parlamentare di inchiesta per l’apertura delle indagini sul caso Orlando. Questo vuol dire che fra lo Stato del Vaticano e il nostro paese ci sarà una collaborazione molto proficua.
Eseguiti accertamenti mai fatti in quaranta anni
Il professore Diddi ha tenuto a sottolineare che in questi pochi mesi sono stati fatti accertamenti che in tutto questo tempo non sono mai stati effettuati. Dalle analisi di documenti mai aperti sono emerse novità che non lasciano posto ad equivoci.
Diddi ha ribadito che è indispensabile per lui svolgere accuratamente le attività di indagine, perché gli occhi del mondo intero sono puntati su di lui. E’ da escludere poter pensare che voglia coprire qualche situazione o preservare qualcuno.
Ruolo della banda della Magliana sopravvalutato
Riguardo la banda della Magliana, Diddi ha aggiunto che il ruolo che può aver avuto nel caso Orlandi è stato senza dubbio sopravvalutato. Tuttavia, alcune evidenze ci sono, ma bisogna inquadrare l’attività della banda in un contesto più ampio.
Diddi ha affermato che sia il Santo Padre che il cardinale gli hanno concesso massima libertà d’azione per indagare senza condizionamenti di sorta ad ampio raggio, invitandolo fermamente a non tacere nulla. E così farà.